Scambio di Coppia
A casa del guardaboschi (con Regina)
di alcazar63
05.04.2019 |
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"Li il movimento fu più deciso e profondo..."
Nei pressi della radura dove ci eravamo appartati per vivere il nostro momento di amore libero giaceva un piccolo laghetto alpino.Una cascatella lo alimentava e lo riempiva di un acqua cristallina, risultato dello scioglimento delle nevi glaciali.
Nudi, ci alzammo tutti e tre e ci dirigemmo verso il placido laghetto.
Piano piano ci immergemmo nelle fresche acque, poco a poco, per non rimanere senza fiato: troppo ne avevamo già speso poco prima nel gioco a tre che ci aveva travolti.
L. scherzò sulle dimensioni delle nostre passioni che erano ben diverse alcuni minuti prima mentre si immergevano nel suo corpo dandole gioia e appagamento.
Ora le davano solo un’ironica allegria. Le acque del laghetto avevano un potere ben diverso delle acque che scaturivano dalla sua figa bollente ed i membri allora turgidi e vigorosi assumevano un aspetto ben più umile dopo il contatto con l’acqua proveniente direttamente dai ghiacciai.
Per tutta risposta partì da noi una salve di schizzi gelati che investirono L e la fecero trattenere il fiato per alcuni secondi. Contemporaneamente l’acqua fredda ebbe anche l’apprezzato potere di far erigere prepotenti i suoi capezzoli che svettarono al centro delle grandi areole sormontanti le lussuriose tettone.
Dopo un po’ di abluzioni i nostri bollori erano stati messi finalmente a tacere. Ci rivestimmo e ci incamminammo verso valle.
Claudio, così si chiamava il guardaboschi, sembrava aver ripreso la sua professionale serietà ed incominciò anche a propinarci una improvvisata e itinerante lezione di botanica lungo il cammino di discesa.
Giunti alla fine del sentiero, nel fondovalle, Claudio ci invitò a visitare e a pranzare nella sua “baita”.
Almeno lui così chiamava la bellissima villa attorniata da un’alta siepe nella quale abitava con Regina, la sua compagna.
Regina ci accolse nella loro dimora. Era una donna sui 40 anni, bionda ed alta come tante valligiane. Due penetranti occhi azzurri sorridevano all'unisono con il suo viso gioviale.
Regina mostrava il fisico di una consumata atleta sciistica; tuttavia non era sofferente come durante una prolungata preparazione agonistica ma impreziosito da quelle meravigliose rotondità che solo il tempo può donare, ornando di una sensualità impagabile il meraviglioso corpo femminile.
Dopo le presentazioni di rito e mentendo spudoratamente sulla casualità, nonché sull'innocenza, del nostro incontro nel bosco, ci accomodammo alla tavola.
Un abbondante tagliere di affettati tipici e di formaggi locali saziò il nostro appetito, una vino rosso amabile e fruttato saziò i nostri spiriti e facilitò naturalmente una leggera allegria ed una fluente conversazione.
Regina sedeva di fronte a me, percepivo sempre più frequentemente i suoi occhi azzurri cercare i miei.
Claudio, accomodatosi di fronte a L., era sempre più distratto dal suo seno, certamente il suo pensiero indugiava sui turgidi capezzoli che aveva mordicchiato mentre L., cavalcandolo, traeva godimento dallo scoparsi quel suo grosso cazzone.
Con divertimento e sorpresa tuttavia mi accorsi che anche Regina non disdegnava di indugiare sulla procacità del seno di L., Con fare naturale la sua mano percorreva il proprio stacco di cosce avvolte nei jeans attillati ma spesso la mano sbagliava volutamente percorso e percorreva tutto il cavallo dei pantaloni.
Da parte mia non potevo far finta di nulla davanti alla bianca camicetta di regina con le maniche corte a sbuffo ma soprattutto alla generosa sbottonatura.
Con tecnica ed esperienza collaudata approfittai dei momenti in cui Regina si sporgeva verso di me per servirmi per verificare e constatare la intrigante terza misura e la visibile tonicità del suo seno.
Frutta, caffè e tipico liquore alpino alle erbe…
Claudio e Regina ci invitarono a spostarci all'esterno della casa.
Qui costatammo che l’alta siepe contornava un elegante e curato prato di soffice erbetta con al centro una invogliante piscina. La siepe ne proteggeva la vista da sguardi indiscreti o curiosi.
Ci accomodammo su comodi lettini e ci crogiolammo al caldo sole alpino.
Regina incominciò a sbottonare ulteriormente la bianca camicetta ed a accarezzarsi il seno con la mano. Nel fare ciò non distolse mai lo sguardo da L., la stava mangiando con gli occhi.
L. se ne accorse, una piccola macchia apparve sull'inguine dei suoi pantaloncini rivelando una eccitazione crescente ma anche l’assenza delle mutandine.
Dopo qualche istante Regina si alzò dal lettino e si avvicinò a L., le sussurrò qualcosa all'orecchio, le due donne si allontanarono insieme entrando in casa.
Ne uscirono due femmine in provocanti costumi da bagno.
L. vestiva un bikini rosso. Il minimo indispensabile di stoffa copriva il triangolo pubico sul davanti mentre una sottile striscia di stoffa veniva avvolta sul retro dalle sue morbide natiche.
Due triangoli sorretti da un unico laccio che passava attorno al collo sorreggevano ma non coprivano totalmente le grandi poppe.
Regina esibiva un costume bianco monopezzo. Era allacciato anch'esso attorno al collo. Da li, due strisce di tessuto scendevano come una cascata fasciando i seni. Tutto il petto rimaneva invece esposto, così sino all'ombelico ed oltre.
La bianca stoffa si riuniva poco sopra il monte di venere e scendeva quindi ad accarezzare i peli pubici che trasparivano, biondi, sotto la bianca stoffa.
Le gambe ed i fianchi erano scoperti.
Le due provocatrici ci sfilarono davanti esibendo il loro eros. Istintivamente e contemporaneamente Claudio ed io ci accarezzammo (meglio dire ci stringemmo) i rispettivi membri quasi a far mordere il freno.
Regina e L stesero i loro corpi al sole e alla nostra crescente libido.
Non sapevamo che fare. Claudio ed io ci guardammo complici come a darci forza ma fu Claudio che con un gesto impercettibile mi fece cenno di attendere ed osservare.
Regina nel frattempo estrasse da una borsa una crema solare, si alzò sinuosa dal lettino e si avvicinò a L.
L. non aspettava altro, si slacciò la parte superiore del bikini, liberò i seni e li ostentò provocatoriamente a Regina.
Lei dapprima incominciò a spalmarli a piene mani con la crema solare ma poco dopo al palmo della mano sostituì i polpastrelli delle dita ed incominciò a giocare con i turgidi capezzoli di L. che si irrigidirono e si eressero.
L., eccitata, slacciò a sua volta il costume dietro la nuca di Regina e le fece scendere dolcemente la tela bianca sino all'inguine scoprendo la bionda e setosa peluria.
Regina vibrò ed i suoi capezzoli si eressero e svettarono ancor di più, se possibile, di quelli di L.
L. li succhiò dolcemente.
Poi le due donne unirono le bocche e si baciarono per un infinito.
Dai nostri lettini, eccitatissimi, Claudio ed io seguivamo la scena come davanti ad un set pornografico.
Ci spogliammo e ciascuno di noi incominciò a masturbarsi.
Anche Regina e L. si erano nel frattempo completamente spogliate.
Regina aveva dolcemente sdraiato L. supina, le aveva tolto le mutandine del bikini e le aveva allargato le cosce per godersi lo spettacolo delle labbra fradice della sua figa.
Si era quindi calata con il viso su quella leccornia, l’aveva dapprima annusata, l’aveva delicatamente preparata accarezzandola col palmo della mano, aveva quindi allargato l’antro di passione con entrambe le mani e ci aveva delicatamente soffiato.
Col soffio aveva cercato di stimolare il clitoride inebriandolo di freschezza. Poi iniziò a ghermirlo con tutta la bocca, a percorrerlo con la sua lingua larga e calda, raccogliendone i succhi lungo il percorso.
L. fremeva impazzita. Dal mio lettino coglievo il rapido movimento delle sue cosce e l’inarcarsi dei piedi in preda ad una serie di orgasmi irrefrenabili.
Regina era una vera esperta ed evidentemente dava a L. lo stesso piacere che lei stessa avrebbe desiderato ricevere, nello stesso modo con gli stessi tempi.
Con la punta della lingua si posizionò dapprima proprio sull’apice del clitoride di L. poi la mosse freneticamente titillandolo, quindi addentrò la punta della lingua tra le pieghe delle piccole labbra per stimolare il clitoride alla sua base.
Li il movimento fu più deciso e profondo. Regina pareva volesse enucleare con la lingua il clitoride dalla sua sede. Come togliere un nocciolo da una prugna matura dopo averla aperta con maestria con i polpastrelli di pollice ed indice.
Non so quante volte L. venne.
Dalla nostra posizione Claudio ed io ammiravamo lo splendido culo di Regina e la vedevamo immersa fra le cosce spalancate di L.: le nostre mani massaggiavano furiosamente i nostri rispettivi membri eccitati.
E fu allora che si raggiunse l’apice….
Regina si sollevò dalle cosce aperte di L., si mosse e si mise a cavalcioni sulla sua bocca, offrendo la propria figa al suo bacio ed alla sua voluttà.
L. ricambiò il favore appena ricevuto ed incominciò a scopare Regina con la lingua.
Le cosce erano ancora aperte e la figa di L. si manifestava come una grotta sgorgante di acqua pura.
L. leccava Regina avidamente che gemeva per quella insolita ma stimolante penetrazione.
L. beveva i suoi succhi e succhiava voracemente le grandi labbra di regina, poi le piccole labbra, poi giocava disegnando con la lingua piccoli cerchi attorno al clitoride, poi lo afferrava tra le labbra e lo stringeva come fosse un capezzolo, forse come avrebbe voluto fosse fatto al suo, probabilmente come effettivamente era stato fatto.
Regina venne fragorosamente emanando una cascata di eccitazione sul viso di L.
L., che nel frattempo con una mano continuava a masturbarsi impudicamente emise a sua volta un getto di piacere.
Ci avvicinammo alle nostre femmine e offrimmo a loro anche il nostro dono ormai maturo….
Io andai da Regina che mi succhiò tutto, penetrando con i suoi occhi azzurri i miei.
L. assaggiò di nuovo la virilità di Claudio assaporandola sino all'ultima goccia.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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